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A pochi anni dalla fantastica vittoria di Leicestere nel campionato inglese, è importante conoscere l'altro lato dei risultati: le scommesse sportive.
I bookmaker hanno perso milioni: le Volpi, la Cenerentola della Premier League hanno permesso a un gran numero di sognatori di vincere un sacco di soldi quando hanno vinto.

William Hill è un bookmaker inglese.

I suoi titolari, a pochi giorni dalla finale della Premier League, tenevano la testa alta: la prestazione del Leicester, la squadra che era a pochi punti dalla vittoria del torneo inglese, non era nei piani di nessuno, nemmeno dei tifosi. Se uscissero campioni, gli "sciocchi" che hanno scommesso sul titolo delle Fox prima dell'inizio della stagione prenderebbero 5.000 sterline per ogni scommessa.
Leigh Herbert è il fan che è diventato famoso per tenere a bada i bookmaker in Inghilterra. Una notte a metà dell'anno scorso, ubriaco, ha scommesso un bonus simbolico di cinque sterline sul titolo di Leicester. "Quando la nomina di Claudio Ranieri come nuovo allenatore è stata confermata, la prima cosa che ho pensato è stata che avesse perso cinque sterline", dice il falegname che è finito con 25.000 sterline in premio.

William Hill finì per prepararsi a quello che sarebbe stato il futuro - calcolò un pagamento di 14 milioni di sterline per tutti i vincitori. Un portavoce dell'azienda ha detto: "Vivono in una favola, mentre gli allibratori vedono l'incubo diventare realtà. La ditta Ladbrokes l'ha definita "il payout più costoso nella storia del calcio".

Tuttavia, non tutti hanno avuto la pazienza del ragno come Herbert.

I bookmaker hanno iniziato a offrire pagamenti anticipati - denaro sicuro in cambio di un possibile disastro di Leicester. John Pryke è stato uno di quelli che ci è cascato: ha accettato una somma di 29.000 sterline e ha rifiutato un ipotetico premio di 250.000 sterline per le 50 sterline che aveva giocato. Parlando al Daily Mirror, ha detto: "Vincere o perdere il campionato, non vedo l'ora che la stagione sia finita. Se vinciamo la Premiership sarebbe troppo, quindi non c'è motivo di essere avidi.

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